Il confino di polizia: fonti e studi
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2240-3604/12102Abstract
Dal carteggio dei coniugi Paolo Betti e Lea Giaccaglia (1922-1935) e da altre fonti si profila una ricerca sulla lettura al confino. Lontano dallo stereotipo del «lettore-militante», libri e biblioteche nei luoghi di reclusione si rivelano così una forma di lotta al fascismo. L’attività culturale degli antifascisti ha permesso di superare la visione del libro come mero strumento consolatorio e di fare della formazione attraverso la lettura uno strumento per la rivendicazione del proprio credo. Dalla fonti considerate emerge la ferma volontà di auto-formazione attraverso i consigli di lettura, una pratica la cui analisi andrebbe approfondita ed estesa ad altre tipologie di lettori, per meglio comprendere i diversi significati assunti dal libro.
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